Hai presente quel mal di testa? Quello che ti assale quando tu, costretta dagli eventi a seguire la partita in tv, provi a capire perché si chiama fuorigioco e cosa lo determini. Per lui è intuitivo, l’ha visto un milione di volte e spesso l’ha messo in pratica sui campi da calcio. Ma per te no. A te pare strano che l’azione di gioco si interrompa quando finalmente un giocatore arriva da solo davanti alla porta e che all’improvviso tutti si fermino con la mano alzata. Ma succede.

L’arbitro fischia, il guardialinee ha la bandierina alzata (ecco a cosa serviva!) e di solito viene inquadrato l’attaccante, che il 50% delle volte ha la faccia di una arrivata troppo tardi ai saldi che non trova più niente della sua taglia (delusione profonda) e l’altro 50% delle volte ha il ghigno sorridente che sembra dire “Speravo di fartela ma mi hai beccato”. Comunque… tutti si fermano. Si chiama fuorigioco e hai provato a fartelo spiegare almeno mille volte. La spiegazione è apparentemente semplice: 2 squadre, rossi contro neri, i rossi sono in attacco…momento di pausa, respirate…voi siete il numero 10 rosso, se nel momento in cui il vostro compagno vi passa la palla tutti i giocatori neri tranne il portiere sono dietro di voi, ecco, voi siete in fuorigioco!

Facile a dirsi, lui te l’ha spiegata prima a parole poi con i bicchierini sul tavolo, poi con le pedine degli scacchi, anche con la lavagnetta ma questo benedetto fuorigioco non entra. E poi perché “fuorigioco” se il pallone e il giocatore sono in campo? Ma c’è di più, perché qualche mente perversa ha aggiunto altre difficoltà, (che l’abbia fatto di proposito per tenerci lontane dalle televisioni? Che qualcuno abbia intenzionalmente voluto fomentare l’eterna lotta per il telecomando?): adesso il fuorigioco viene fischiato soltanto quando il giocatore prende palla.

Ma come? Anni spesi per capire che un calciatore è in fuorigioco e poi non è più in fuorigioco, ma solo in determinati casi? E in quali?  L’errore è chiedere spiegazioni ulteriori. Arriverà, nel migliore dei casi, uno sbuffo, un grugnito o, se siete particolarmente fortunate un “ti spiego nell’intervallo”. Ovviamente tutto sarà inutile. Meglio rinunciare, tanto lui è già lobotomizzato e per un’ora abbondante non si riprenderà, tra insulti, cori da stadio e imprecazioni varie. Tanto vale aprirsi e aprire una birra per lui e magari accoccolarsi sul divano sperando finisca in fretta. E che passi il mal di testa.

Che poi ammettiamolo… tante lo hanno capito… ma per lasciare agli uomini la presunzione di essere bravi ed intelligenti continuiamo a fare finta di non afferrare la questione. Gli lasciamo credere di essere fondamentale e di illuminarci sui misteri del gioco del calcio. Bisogna dargli qualche soddisfazione a questi uomini ogni tanto…sennò sarebbe l’ennesima cosa che riusciamo a capire e padroneggiare meglio e più velocemente.